TERRA ROSSA E LA SUA PIRITE

Ultima modifica 7 giugno 2020

Lungo il litorale di Scarlino, all'inizio del sentiero panoramico che conduce alle bellissime Cala Martina e Cala Violina, c’è luogo magico: Terra Rossa.

Un piccolo paradiso con una vista mozzafiato che dalle sue colonne di pietra e mattoni si perde fino all’Isola d’Elba. Come nacque questo spazio, cui ancora oggi si può percepire l'imponenza passata anche se ne conserva sol0delle timide tracce? Facciamo un passo indietro, ripercorrendone la storia. Verso la fine dell'Ottocento fu rinvenuto un giacimento di pirite, tra i più grandi in Europa, nelle colline a sud di Gavorrano. Questo minerale. basilare per l'industria chimica, era molto ricercato e quindi la neonata impresa dedita alla sua estrazione crebbe in poco tempo. Ciò comportò un afflusso di molti minatori e operai in Maremma, terra all’epoca ancora selvaggia. Le miniere erano gestite dal gruppo Montecatini, successivamente fuso nell'unico Gruppo Edison. Il sito archeologico industriale Terra Rossa rappresentava il core-business delle Colline Metallifere. Questa industria fu una delle più grandi risorse del XX secolo per la popolazione locale. Era il 1909 quando fu creata una linea di trasporto per portare la pirite verso la stazione ferroviaria di Scarlino Scalo. Il primo carico della teleferica partì due anni dopo. Di lì a poco Scarlino divenne uno dei maggiori capolinea minerari d'Europa. Il mezzo ferroviario non era più sufficiente: fu opportuno ricorrere alle navi. Accadde così che il terminal minerario nella lingua di terra chiamata Terra Rossa svolse un ruolo cruciale, aprendo verso acque sufficientemente profonde che permettevano l’attracco a un pilone di cemento vicino alla riva.

Lo sbarco fu così connesso allo scalo ferroviario tramite un prolungamento della teleferica, entrato in funzione nel 1919, che passava anche nella frazione del Puntone di Scarlino ed oltre, alle spalle dell’attuale porto turistico. Correva l'anno 1930: la pirite, una volta raggiunta Terra Rossa, era trasportata in un gigantesco silos da diecimila tonnellate ancora oggi visibile. Una galleria sotterranea collegava il silos a una seconda teleferica che veniva impiegata per il trasporto del minerale fino al pilone sul mare, dove successivamente veniva imbarcato. La teleferica rimase in funzione fino al 1968. Successivamente il complesso sistema di trasporto della pirite fu smantellato perché la capienza della cala Terra Rossa non permetteva l'attracco delle nuove navi mercantili di maggiore dimensione. Non era più concorrenziale. Si proseguì con il trasporto via terra fino al 1977.

Di tutta questa straordinaria storia perdurano oggi la natura, che con tenacia ha riconquistato questo spazio, e le tracce di un glorioso recente passato.

Maestoso esempio di archeologia industriale, la cala di Terra Rossa è oggi protagonista di un processo di riqualificazione ed è una delle porte del Parco nazionale delle Colline metallifere, riconosciuto da Unesco come Geoparco. 

COME RAGGiUNGERE TERRA ROSSA

  • Percorso lungo: Si arriva alla Cala Terra Rossa da Cala Violina e dalle altre cale lungo il percorso (Cala Martina e Cala Le Donne) attraverso il panoramico sentiero che procede verso nord costeggiando il litorale.
  • Percorso breve: Da Portiglioni – Puntone di Scarlino: si prosegue sul lungomare Giuseppe Garibaldi verso sud fino al punto in cui la strada comincia a salire. Dopo circa 300 metri, superato l’ingresso al beach club di Cala Felice e il sentiero di discesa alla Cala di Portiglioni, si incontra sulla destra la strada sterrata che conduce al sito Terra Rossa.


 


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